Ogni essere vivente è il prodotto del proprio genotipo e delle interazioni con l'ambiente che lo circonda.
Modificazioni all'interno dei singoli molteplici fattori che formano la "macrosfera"ambientale possono determinare l'affermazione o l'estinzione di una o più specie oppure favorirne modificazioni (=mutazioni) nell'una o nell'altra direzione.
Ciò è indubbio, e sarebbe ottuso affermare che durante milioni di anni di vita sul pianeta con un apogeo che portò i dinosauri a colonizzare tutti i continenti essi non si siano adattati al meglio per sopravvivere nei diversi ambienti.
Tuttavia voler standardizzare questa regoletta classificando ogni fenomeno biologico come un mero adattamento ambientale è riduttivo, e pericoloso in chiave paleontologica.
Esistono fenomeni infatti che non sembrano essere strettamente legati a fattori esterni, quanto invece a caratteristiche intrinseche.
Il blasonato gigantismo sviluppatosi in (quasi) tutti i sottocladi di Dinosauria ne è un esempio lampante:
esso è permeante in continenti diversi a diverse latitudi ed è perdurato per oltre cento milioni di anni.
Non è plausibile quindi pensare che il gigantismo fosse esclusivgamente incentivato da un particolare microclima o che fosse legato a doppio filo con un particolare ambiente, ma è più probabile vederlo come una peculiarità intrinseca al clade dinosauria, evolutosi più e più volte in modo indipendente all'interno dello stesso.
inoltre questo discorso non può trascendere dalle omoplasie onnipresenti riscontrabili all' interno del cale o dei suoi sottoinsiemi.
Non è plausibile pensare ad una copertura tegumentaria dotata o priva di piumaggio solo in relazioni ai fattori ambientali o fasce climatiche più o meno rigide inquadrandola in maniera più varia insieme ad altre caratteristiche più strettamente morfologiche...