L'intelligenza animale è un parametro di difficile valutazione , in quanto implica la comprensione di comportamenti complessi come le relazioni intraspecifiche o la capacità di adattamento delle specie ai cambiamenti ambientali, per cui spesso l'Homo sapiens non riesce a cogliere le potenzialità degli esseri viventi con cui condivide la vita sul pianeta.
Un esempio calzante sono i corvi, la cui intelligenza è sempre stata sottovalutata finché nel 2007 Alex Taylor dell' università di Auckland ha dimostrato insieme ai suoi colleghi come questi animali siano capaci di utilizzare diversi "utensili" per raggiungere una gustosa ricompensa.
Negli esperimenti effettuati infatti i corvi dovevano slegare un bastoncino corto, indispensabile per raggiungere un bastone più lungo utile per la raccolta del cibo nascosto dagli sperimentatori in alcune cavità.
Tutti gli esemplari sottoposti al test riuscirono a superare le difficoltà con successo, dimostrando ottime doti intuitive nell' ambito del problem solving, ed addirittura uno dei corvi riusci al primo tentativo, dopo aver osservato per alcuni minuti le mosse dei suoi conspecifici.
Si, perché i corvi presentano grandi capacità di apprendimento per imitazione, tanto che una comunità di corvi selvatici giapponesi ha appreso come sfruttare i semafori.
Questi maniraptoriformi infatti gettano le noci sulla strada, in modo che le auto che sfrecciano sotto di loro possano romperne i gusci, attendendo poi pazientemente che la luce rossa del semaforo blocchi il traffico per recuperare il nutriente cuore del frutto in tutta sicurezza.
Molto meglio di presunti teropodi costaricani in grado di aprire le porte!!!
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lunedì 31 dicembre 2012
Intelligenza Maniraptoriforme
domenica 30 dicembre 2012
Duri a morire!
Una delle teorie più conosciute e controverse degli anni '90 fu formulata da J.Horner nel 1994, ed ipotizzava per Tyrannosaurus una dieta da saprofago obbligato, dipingendolo come un animale inadatto alla caccia attiva di prede.
Tale teoria è stata falsificata da diversi resti fossili rinvenuti nel Montana negli ultimi diciotto anni, tanto che nel 2011 fu abiurata dallo stesso Horner (seppur in modo politicamente scorretto).
Ciononostante all'alba del 2013 tale teoria viene ancora ampiamente divulgata, da video documentari che si autoproclamano portatori di "nuove'' verità paleontologiche, come se fosse quella che va per la maggiore tra gli addetti ai lavori.
Tali programmi televisivi hanno il solo effetto di allontanare il pubblico da un sapere paleontologico aggiornato e qualitativamente valido, rafforzando le leggende dinosauriane che dominano il web (e non solo purtroppo) e che spesso si impongono a sproposito come "verità assodate".
Colgo l'occasione per ricordare che in natura non esistono animali totalmente saprofagi come non esistono quelli che vivono di sola caccia; la maggior parte dei predatori ipercarnivori si nutre di carcasse se possibile, in quanto si tratta di un pasto sicuro e privo e di rischi, mentre in caso contrario cacciano animali vivi.
La stessa legge valeva nel Cretaceo per i Tyrannosauridi che sicuramente non disdegnavano nutrirsi di carogne pur essendo in grado di cacciare attivamente.
sabato 29 dicembre 2012
Apogeo Carcharodontosauridae
Negli ultimi dieci anni sono stati portati alla luce i resti di giganteschi theropodi in diverse aree del mondo, ma i siti più prolifici per la caccia ai predatori ipertrofici si sono rivelati essere l'Africa settentrionale e l'America del Sud.
Da queste regioni infatti provengono Giganotosaurus carolinii (Coria e Salgado 1995, Rio Limay Formation in Patagonia) ed il suo simpatico Mapusaurus roseae (Coria e Currie 2006), Eocarcharia Dinops (Sereno e Brusatte 2008, Niger) ed infine Sauroniops pachytholus (Cau et al 2012, Nord Africa probabilmente Kem Kem Formation).
E qual'è il comune denominatore tra questi taxa?
Si tratta di Carcharodontosauridi, una famiglia di theropodi tetanuri caratterizzati da denti dritti e simmetrici aventi bordi convessi simili a quelli degli squali(Stromer 1931).
In questo post intendo parlare della distribuzione delle diverse linee evolutive Charcarodontosauridi, partendo però da un ipotesi per assurdo, ossia considerando come Carcharodontosauride basale Saurophaganax maximus (Chure 19995).
S.maximus infatti oltre a distinguersi dal genere Allosaurus ( in cui e stato a lungo incluso) a causa di una coppia di lamine ossee orizzontali alla base delle spine neurali dorsali, chiamate lamine paraspinali e presenti solo in questo theropode, presenta anche simapomorfie a livello scheletrico articolare con i Carcharodontosauridi, come ossa cave ed un sistema di articolazioni mobili, probabilmente affiancato da muscolatura ipertrofica.
Se tali caratteri non si dimostrassero solo il prodotto di evoluzione convergente Saurophaganax (vissuto 150 milioni di anni fa nel Tardo Giurassico) sarebbe il più antico esponente conosciuto della famiglia delle lucertole dai denti di squalo.
In America settentrionale però non sono mai venuti alla luce reperti che dimostrino la presenza di Carcharodontosauroidi derivati, quindi quale potrebbe essere il destino della linea evolutiva partita da saurophaganax?
Proseguendo il ragionamento per assurdo è possibile che da questo animale si sia generata la sottofamiglia Gigantosaurinae, che comprende i Carcharodontosauridi giganti del sud America, Giganotosaurus carolinii e Mapusaurus roseae.
Le cause di questa migrazione potrebbero essere legate alla brontofagia, in quanto nel passaggio dal Giurassico al Cretaceo il nord America perse gran parte della sua megafauna, mentre le terre Meridionali del continente abbondavano ancora di Sauropodi.
Per quanto riguarda la linea evolutiva dei Carcharodontosauridi Africani essi potrebbero essere endemici, ed i frammenti craniali di Eocarcharia dinops e Sauroniops pachytholus, entrambe formi basali della famiglia, potrebbero esserci utili per mettere a fuoco le loro origini.
Entrambi questi taxa infatti presentano ispessimenti ossei sul cranio, simili a quelli riscontrati negli Abelisauroidi.
Questa singolare caratteristica, pur non implicando nessuna traccia di parentela stretta tra Abelisauridi e Carcharodontosauri rinforza la tesi secondo cui diverse linee di Carcharodontosauridi potevano coesistere nel Cretaceo, occupando la nicchia ecologica dei superpredatori in diversi continenti dall'Africa all'America.
giovedì 27 dicembre 2012
Titanoceratops ouranos: il primo gigante cornuto
Nel 1941 nel New Mexico fu rinvenuto uno scheletro parziale di Ceratopside, che conservava il cranio, parte del collare osseo, il bacino e parte degli arti sia anteriori che posteriori.
Il campione fu nominato OMNH 10.165 e fu assegnato alla specie Pentaceratops sternbergii sulla base dell'età del fossile proveniente dal Campaniano (75 milioni di anni fa) e del luogo del suo ritrovamento, "patria" di diversi reperti fossili appartenuti a P.sternbergii.
OMNH 10.165 però possiede una peculiarità, infatti i resti che lo compongono devono essere appartenuti ad un animale della stazza di almeno 5 tonnellate, mentre per gli esemplari rinvenuti di Pentaceratops il peso stimato non superava le due tonnellate e mezzo.
Nel 2011 il paleontologo N. Longrich ha studiato attentamente questo campione, giungendo alla conclusione che non può trattarsi di un Pentaceratops in quanto ( sulla base dei dati in nostro possesso) i dinosauri non presentano forme di gigantismo intraspecifico accentuate, mentre il campione in questione avrebbe una stazza doppia rispetto ai suoi conspecifici. Longrich istituì quindi un genere nuovo, battezzando OMNH 10.165 Titanoceratops ouranos.
Il paleontologo ha inoltre individuato otto sinapomorfie tra il cranio di Titanoceratops e quello dei Chasmosauridi più evoluti, come Triceratops, ossia:
1) ampia base delle corna sopra orbitali
2)osso suborbitale prominente
3)posizione anteriore del corno nasale
4)fossa premascellare estesa posteriormente
5)nessuna divisione tra processo mascellare e premascellare
6)nessuna divisione tra processo premascellare e nasale
7)narice esterna estesa caudalmente fin sopra la riga dei denti mascellari
8)osso epoccipitale basso, largo e squamoso
Tali sinapomorfie indicherebbero una discendenza diretta tra Titanoceratopos ouranos e i Ceratopsidi giganti del Mastrichiano, suggerendo che i Chasmosaurini svilupparono forme di gigantismo una sola volta, ed iniziarono la loro evoluzione nel Campaniano, 8 milioni di anni prima di quanto avessimo precedentemente pensato.
Evoluzione Chasmosaurina.... O no?
Nel 2010 dopo aver studiato una cinquantina di crani di Ceratopsidi provenienti dal Mastrichiano nordamericano i paleontologi John Scannella e Jack Horner ipotizzarono che Torosaurus latus fosse una forma pienamente matura di Triceratops sp, e che il nome Torosaurus fosse quindi solo un sinonimo junior di Triceratops in quanto istituito successivamente.
Dal loro studio emerge che l'ontogenesi di Triceratops si sarebbe sviluppata in tre step, fino ad allora considerate tre diversi generi di Ceratopsidi:
1 fase- Triceratops forma giovanile/subadulta dotata di gorgiera relativamente ridotta e collare osseo solido, privo di qualsiasi finestra.
2 fase- Nedoceratops forma non pienamente matura che comincia a sviluppare le finestre nel collare osseo,ancora fortemente ridotte rispetto agli esemplari più anziani e limitate nella zona inferiore della gorgiera.
3 fase-Torosaurus forma pienamente matura caratterizzata da una gorgiera allungata, il cranio più grande di Torosaurus mai ritrovato supera i 250 cm, dotato di grandi finestre nel collare osseo.
Tale teoria ha generato molte polemiche, sia in ambito scientifico che in rete, ed è stata attaccata da uno studio morfologico condotto dai paleontologi Longrich et Field nel 2012 su altrettanti crani di Triceratops e Torosaurus, secondo il quale le ampie aperture del collare di Torosaurus latus non possono essersi originate dalla microstruttura ossea presente nella gorgiera di Triceratops.
Un altro studio condotto precedentemente ( Farke et al. 2009 ) sulle cicatrici presenti sul collare di diversi esemplari di Triceratops sp ha dimostrato come esse siano perfettamente compatibili con le corna sopraorbitali di altri esemplari del genere.
Ciò potrebbe porsi come ulteriore dato contro la teoria di Horner et Scannella, in quanto in natura sono i maschi adulti a sfidarsi in scontri testa a testa per il predomio sul territorio o per conquistare il diritto ad accoppiarsi.
Ad oggi il paleobiology database considera i due generi separati, pur citando la teoria dell'ontogenesi di Horner e collega.
Sotto- Cranio di Nedoceratops (foto sopra) e Cranio di Triceratops prorsus (in alto) e Torosaurs latus (in basso).
mercoledì 26 dicembre 2012
Generi e specie...
Vagando per la rete mi sono spesso imbattuto in siti in cui venivano usati a sproposito i nomi scientifici dei dinosauri, oppure in community in cui si discuteva di "versioni" di dinosauri.
Questo perché i dinosauri,come tutti gli animali, vengono nominati secondo le regole della tassonomia (scienza della nomenclatura) istituite da Linneo nel 1735, che prevedono per le specie scoperte una nomenclatura binomiale formata dal binomio nome generico + nome specifico.
Un genere comprende diverse specie più imparentate tra loro che con qualunque altra specie, ma non possiede nessuna particolare caratteristica biologica distintiva.
Una specie invece è formata da un gruppo di individui in grado di accoppiarsi generando prole illimitatamente fertile.
Nel caso di specie estinte la faccenda si complica ulteriormente poichè, mentre è doveroso istituire una specie ogni volta che ne viene scoperta una, istituire un genere è un atto arbitrario del paleontologo scopritore e non presenta alcun criterio oggettivo.
Per questo motivo esistono diatribe sulla classificazione di alcune specie come Tarbosaurus bataar che alcuni vorrebbero ascrivere al genere Tyrannosaurus, o Suchomimus tenerensis considerato da molti specie africana di Baryonyx.
Le specie di dinosauro vengono istituite secondo criteri di distanza spazio-temporale, ossia quanti milioni di anni separano le specie o in quali continenti vissero, e presentano differenze morfologico scheletriche non riconducibili a mere differenze intraspecifiche, ossia riconducibili alle differenze individuali tipiche di diverse specie animali tra cui l'uomo.
Tali differenze morfologiche sono alla base di quelle diverse versioni di cui si discute sul web.
Decapitazione Ceratopside
martedì 25 dicembre 2012
#1 PRESENTAZIONI
Dinosauro, una parola affascinante e ricolma di significati come:
mastodontico, arcaico e mostruoso, una vera lucertola terribile.
Se questo è il vostro stereotipo di dinosauri -cari lettori- allora preparativi ad un drastico cambiamento di paradigma, perché in questo blog intendo parlare in maniera scientificamente rigorosa di animali evoluti che per 160 milioni di anni occuparono la maggioranza delle nicchie ecologiche degli habitat terrestri del nostro pianeta.
Prima di cominciare però demolirò la concezione dinosauriana sopra citata.
Molti dinosauri non erano affatto mastodontici ed anzi avevano dimensioni modeste, tanto che generi come Compsognathus o Microraptor raggiungevano
al massimo la stazza di un pollo, mentre il famigerato Velociraptor mongoliensis non superava il metro di altezza per i 15 kg di peso.
Queste dimensioni erano la norma per alcune famiglie di dinosauri, come Dromaeosauridae, dinosauri fortemente imparentati con gli uccelli e dotati di un folto protopiumaggio filamentoso ed in alcuni casi di vere e proprie penne remiganti secondarie.
Questa stretta parentela tra dinosauri ed uccelli mi permette di sfatare un altro mito riguardante le lucertole terribili, ossia quello che le vorrebbe estinte da 65 milioni di anni.
Esatto ho appena affermato che i dinosauri non si sono estinti; e questo perche analisi cladistiche hanno individuato gli uccelli non solo come successori dei dinosauri ma come parte integrante del clade dei Manoraptoriformes, che comprende tanto Velociraptor mongoliensis quanto Passer domesticus.
Ad oggi quindi esistono migliaia di specie di dinosauri viventi.
Anche l'idea di mostruose lucertole è fortemente scorretta poichè se fossero in vita molti generi di dinosauro sarebbero identificati come uccelli.
Tutto ciò non toglie nulla a queste meravigliose creature, capaci di catturare l'immaginazione dell'homo sapiens come nessun altra (nel bene e nel male) e che saranno oggetto dei miei post futuri su questo blog, sperando -cari
lettori- che dopo ogni pubblicazione sarete più informati, stupiti o semplicemente più curiosi di conoscere questi animali.
Post Scrittum: Ovviamente non è possibile fare esperienze dirette nell'ambito della paleontologia, per cui ciò che esporrò nei post saranno evidenze geologiche o le più plausibili teorie utilizzate per spiegare prove fossili da parte di paleontologi ed addetti ai lavori, mentre per tentare di ricostruire la paleobiologia ed il comportamento dei dinosauri saranno utilizzati come modello i loro parenti più stretti ossia uccelli e coccodrilli.