Eccoci giunti al centesimo post di questo blog!
Per l'occasione ritorno su un argomento già trattato in precedenza, ossia la funzione della caratteristica cupola ossea tipica di Pachycephalosauria.
Nell'ultimo post dedicato all'argomento ed interamente incentrato su di una cupola aberrante proveniente dal Montana e descritta da Farke et al. (2012) (http://lucertoleterribili.blogspot.it/2013/03/botte-da-orbi-e-pachycephalosauri.html), scrissi come
ulteriori analisi effettuate su di un ampio campione fossile avrebbero potuto rendere un quadro plausibile dell' etologia di questi animali, e bene questo mese Peterson et al. pubblicano un articolo in cui espongono i risultati degli studi effettuati su 109 cupole fossili attribuibili a diversi generi di Pachycephalosauri.
Dallo stesso emerge che il 22% delle cupole presenta segni di Osteomielite (un infezione ossea tipicamente conseguente a traumi esposti) o segni di ferite recanti tracce di successiva guarigione, e di conseguenza non interpretabili come artefatti tafonomici.
Gran parte di esse si concentrano sulla superficie dorsale o lungo gli ispessimenti della cupola, e come sottolineato dagli autori la distribuzione delle ferite non è casuale.
Confrontandole infatti con quelle presenti sui crani degli attuali ovidi atti al combattimento testa a testa si notano forti somiglianze tra le depressioni ed i crateri presenti sulle cupole fossili ed i segni delle ferite presenti sui crani degli ovidi viventi, caratteristica che sosterrebbe una similitudine nell'etologia di questi animali*.
L'articolo inoltre mette in luce un secondo punto molto interessante, ossia come le ferite siano percentualmente molto più diffuse negli individui aventi cupola completamente formata, mentre negli esemplari aventi testa piatta o cupola abbozzata tali aberrazioni siano completamente assenti suggerendo che solo una ristretta cerchia di animali (probabilmente i maschi adulti anche se non è possibile escludere che fossero le femmine se i Pachycephalosauridi fossero stati poliandrici) utilizzassero tali strutture, e che di conseguenza esse avessero funzione di agonismo intraspecifico.
La percentuale di infortuni riscontrata è la più alta fra quelle rinvenute tra i cladi considerati propensi a comportamenti di sfida intraspecifica, rafforzando l'ipotesi che la cupola fosse attivamente usata come arma, tuttavia è plausibile pensare che spesso gli scontri si esaurissero in dimostrazioni di forza con la cupola utilizzata a scopi di ostentazione al fine di diminuire la possibilità di restare feriti in scontri fisici.
Ad ogni modo i dati emersi dall'articolo supportano in modo forte l'utilizzo attivo della cupola da parte di numerosi generi di sauri dalla testa a cupola invertendo il trend delle ipotesi riguardante tale complessa struttura.
*Metto le mani avanti, in questo caso vengono confrontate le strutture craniche dei Pachycephalosauridi e degli ovidi per plausibile analogia funzionale e conseguente similitudine nella morfologia dei traumi, non vi è nessun tipo di inferenza comportamentale basata sui mammiferi e "trasferita" ai dinosauri.
Sotto- Esempi di aberrazioni presenti nelle cupole frontoparietali (immagine aggiunta a puro scopo didattico).
Articolo interessante. Una volta ho letto che secondo alcuni studiosi è più probabile che usassero spingersi piuttosto che cozzare. Ne sai niente?
RispondiEliminaPS
Perché nel post North VS South i miei messaggi vengono posti sotto moderazione?
Gli stessi autori (Peterson et al.) mettono in luce la vasta gamma di comportamenti agonistici attuati da animali dotati di strutture competitive craniali, che variano dal "cozzare" allo spingersi fino al cercare di colpire i fianchi dell'avversario al fine di stremarlo od atterrarlo.
EliminaCiò che appare chiaro dall'articolo comunque è che qualsiasi fosse la "tecnica" di lotta dei Pachycephalosauridi essa lasciava gli animali esposti a traumi cranici, quindi è lecito ipotizzare che tali schermaglie fossero molto intense.
PS-I commenti passano sotto moderazione in automatico dopo un TOT di tempo dalla pubblicazione dei post.
Dovevano essere agili! E pensare che una volta si credeva che alcuni fossero molto grossi, ma senza strutture separate dal cranio come le corna "moderne", sarebbe stato un po' pericoloso. Più si è grossi, più si è proporzionalmente fragili.
Eliminafinalmente i pachicefalosauri tornano a cozzarsi!!! xD
RispondiEliminaComunque, se vuoi rispondermi, puoi anche farlo qui, Kappa.
Dicevo solo che intendevo arctometatarso come struttura, non come clade. Anche Cau ne parlo come struttura nella "settimana arctometatarsale". Da lì si capisce, che per ottenere la massima dimensione bipede, serve un qualche accorgimento anatomico. Solo i tyrannosauridi tra i grandi teropodi lo possedevano.
EliminaOk.
EliminaDegio, io non ho letto la descrizione ufficiale, ma per curiosità, sapresti dirmi a quali esatti taxa appartengono le cupole frontoparietali qui illustrate?
Gravitholus albertus (A),Stegoceras validum (B e C), Pachycephalosauride ind. (D), Sphaerotholus buchholtzae (E) e Pachycephalosaurus wyomingensis.
EliminaGrazie!
EliminaEccoti, se ti interessa, la lista degli esemplari, con le rispettive lesioni:
Elimina(A) TMP 72.27.01, Gravitholus albertus in dorsal view of erosive lesions; (B) TMP 1992.2.3, Stegoceras validum in dorsal view with arrows denoting dorsal lesions; (C) TMP 2011.012.0009, Stegoceras validum in dorsal view with arrow denoting dorsal lesion; (D) TMP 1997.99.2, an unidentified pachycephalosaurid in dorsal view with arrows denoting lesions; (E) AMNH 0044, Sphaerotholus buchholtzae, in dorsal view with arrows denoting dorsal lesions; (F) BMRP 2001.4.1, Pachycephalosaurus wyomingensis in dorsal view with arrows denoting large depression features and high magnification of deep erosive lesions.
G e H sono solo una porzione rostrale del frontale chiamato "r".
Come sempre arrivi sempre in ritardo Giga Dino! xD
EliminaMentre tu scrivevi questo commento, io stavo leggendo l'articolo.
Mi incuriosisce quel taxon indeterminato: a prima vista sembrerebbe sufficientemente diagnostico. Se non mi ricordo male anche Acrotholus (non menzionato nello studio) mostra qualche lieve segno quasi concentrico sulla cupola olotipica. Ma credo che in questo caso si tratti più di segni tafonomici che paleopatologici.
EliminaNouuu, l'hai già fatto tu:
RispondiEliminahttp://dinopedia96.blogspot.it/2013/07/a-suon-di-testate.html
Il mio non è all'altezza del tuo (io tendo a sintetizzare), se vuoi lo tolgo ;).
Non ti preoccupare Gigadino, al massimo se ritieni il mio post più dettagliato mettici un link per coloro volessero maggiori informazioni :-)
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