In una delle scene iniziali della pellicola a dinosauri più famosa degli ultimi vent'anni il paleontologo protagonista apostrofa un ragazzino relativamente lungimirante ma indisciplinato.
Ma come sarebbe l'impatto fisico che avremmo "visitando" il nostro mondo durante il Maastrichtiano?
Il primo shock lo avremmo a livello di ventilazione, infatti dovremmo fare i conti con un aria altamente ossigenata, e di conseguenza i nostri primi respiri nel mondo del Mesozoico ci farebbero bruciare i polmoni, come se venissimo al mondo una seconda volta.
Superato questo primo ostacolo, mentre il respiro ed i battiti cardiaci ritornano ai livelli standard, sentiremmo sul viso un aria pregna di umidità accompagnata da elevate temperature.
Con i vestiti già appiccicati alla nostra pelle i nostri sensi sarebbero colpiti da numerosi stimoli:
Potremmo udire il canto ed i richiami riecheggianti tra gli alberi di diverse specie di uccelli (e altri dinosauri alati) senza però riuscire a vederli, il nostro sguardo sarebbe sintomatica attratto da macchie colorate nel verde più intenso circondate da nugoli di insetti atti ad impollinare i fiori e con un po' di fortuna potremmo osservare alcuni dei primi alberi da frutto che il nostro pianeta abbia mai ospitato (i più coraggiosi potrebbero provare anche ad assaggiare i frutti ma nessuna agenzia di viaggio consiglia questa pratica).
Dopo tale sbigottimento l'afa e la disidratazione conseguente la sudorazione ci spingerebbe a cercare una fonte d'acqua dolce che, con un minimo di arguzia, potremmo trovare seguendo il volo di alcune grosse libellule dai colori sgargianti che si corteggiano e si riproducono presso acquitrini e paludi.
Il nostro primo incontro con la fauna vertebrata locale avverrebbe proprio in procinto di uno specchio d'acqua dove diverse tartarughe fanno capolino cercando di accaparrarsi i raggi del sole che oltrepassano la volta verde sopra le nostre teste.
Mentre ci rinfreschiamo con l'acqua più pura che abbiamo avuto l'onore di toccare durante l'intero arco della nostra vita sarebbe saggio controllare che non ci siano coccodrilli intorno a noi, prestando occhio anche a quelli che sembrano tronchi galleggianti nonostante gran parte della attenzione possa comprensibilmente essere monopolizzata dagli stimoli uditivi.
Dopo questa sosta rigenerante potremmo procedere al di fuori di quest'area densamente alberata attratti da quelli che potrebbero sembrare profondi muggiti, e scostando la vegetazione che ci ostruisce la visuale, sulla quale si spostano grosse lumache, arriveremmo in una vasta radura dove, con un tonfo al cuore, balbetteremmo "È un dinosauro" di fronte ad una manciata di grossi Ceratopsidi totalmente disinteressati alla nostra presenza.
Adesso potete sfiorare il vostro Triceratops.
Sotto- Impressioni della pelle di Triceratops