Il mito del super-sauropode è un leitmotiv che accomuna paleontologi e paleoappasionati sin dal secolo scorso; tanto che il fascino esercitato dai primi ritrovamenti fossili di dinosauri derivava proprio dalle loro dimensioni.
Non stupisce quindi che anche oggi uno dei topic più dibattuti riguardi proprio l'individuazione del "gigante tra i giganti", con diverse correnti di pensiero che individuano il più grande animale che abbia mai calcato il suolo terrestre in questa o in quella superfamiglia di sauropodi.
In generale comunque uno dei candidati più papabili a divenire l'icona del gigantismo mesozoico è Amphicoelias fragillimus, un diplodocoide proveniente dalla Morrison Formation descritto da Cope nel 1878.
Come molti altri giganti però A.fragillimus è noto solo per pochissimi resti, e nel caso particolare solo per un arco neurale, ossia la parte posteriore di una vertebra, attribuibile, per la sua morfologia, alla nona o decima vertebra dorsale (le più grandi presenti nei sauropodi)
L'arco neurale in questione tuttavia presenta dimensioni da record, con un'altezza di 1500 millimetri, ed una conseguente dimensione dell'intera vertebra stimata intorno ai 2700 mm.
Inoltre, a causa della laminazione della vertebra (tipica dei grandi sauropodi) e delle scarse possibilità di preservazione dei fossili nell'800 il reperto si sgretolò, e tutto ciò che ci resta di A.fragillimus sono riproduzioni su carta dell'arco neurale associato e gli studi condotti da Cope.
Sulla base di questi scarsissimi elementi la stessa appartenenza del reperto al genere Amphicoelias è dubbia.
La specie tipo di tale genere infatti è Amphicoelias altus (Cope 1878), un diplodocoide fortemente affine a Diplodocus dal quale differisce per limitate caratteristiche morfologiche degli arti, tra cui un femore lungo e sottile avente sezione tondeggiante e zampe anteriori proporzionalmente più lunghe.
Le informazioni ricavabili dalla specie tipo quindi non permettono una classificazione ottimale del reperto, inoltre il paleontologo Andrea Cau inserendo le informazioni relative ad A.fragillimus nell'analisi filogenetica di Withlock del 2011 ( http://theropoda.blogspot.it/2012/01/amphicoelias-fragillimus-e-un.html) ha ottenuto un risultato politomico, che presenta molteplici percorsi di classificazione della specie.
Basandosi sul luogo di ritrovamento e sull'età del fossile (Colorado/ Giurassico superiore) però è plausibile ipotizzare che esso sia appartenuto ad un colossale esemplare di Diplodocus longus (= Seismosaurus hallorum- vedi post precedente), stimabile intorno ai 40/45 metri di lunghezza (variazione dovuta alla collocazione della vertebra come nona o decima dorsale)sulla base del femore di Diplodocus, più corto rispetto al corrispettivo di A.altus come precedentemente citato.
Se così fosse anche le stime riguardanti il peso dell'animale dovrebbero essere ribassate sulla base della tipica costituzione leggera di Diplodocus e la presenza nel loro scheletro di sacche d'aria atte ad alleggerirli.
I resti fossili attribuiti a Seismosaurus ed Amphicoelias sarebbero quindi le uniche testimonianze giunteci dal Tempo Profondo della più lunga specie animale che abbia mai camminato sul nostro pianeta, ospitata 150 milioni di anni fa nell'area dell'attuale Colorado.
Sotto-L'arco neurale di Amphicoelias fragillimus
Secondo uno studente di paleontologia americano, Carpenter ha fatto un errore, riportando la dimensione delle vertebre di D. hallorum, ma la lunghezza totale del corpo di D. carnegii. Se si correggono gli errori, si ottiene un animale lungo 77 metri e mezzo e pesante ~ 220 tonnellate.
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