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sabato 30 novembre 2013

Is Torosaurus Triceratops?

Nuovi studi morfometrici (Maiorino et al. 2013), effettuati su di un campione di 28 crani e 36 squamosali di Ceratopsidi dal Maastrichtiano nordamericano, supportano la tesi "tradizionale" secondo cui Triceratops e Torosaurus sarebbero taxa distinti.
Essi infatti sulla base delle caratteristiche fenotipiche sottolineano la diversa morfologia craniale dei taxa, e suggeriscono per gli stessi diverese traiettorie ontogeniche.
 E' interessante notare come i risultati portino ad una parziale sovrapposizione tra i campioni attribuiti alle due specie di Triceratops T.horridus e T.prorsus, mentre vi sia maggior distanza tra essi ed i campioni attribuibili a Torosaurus.

venerdì 22 novembre 2013

Carcharodontosauri, i bulli, e Tyrannosauri le vittime.

Questo non è un post dedicato al nuovo Megaraptora Siats meekerorum, ne uno di quelli destinati a rimpinguare i fiumi di parole sfocianti nell'eterno dibattito "Carcharodontosauri vs Tyrannosauri", ma si tratta solo di un paio di righe buttate lì per chiedere/chiedersi/chiedermi:
Per ogni volta che viene descritto un nuovo theropode esso viene buttato nell'arena a fare "a morsi e unghiate"con Tyrannosaurus, anche a costo di distorcere lo spaziotempo?
Davvero perchè Siats dal Cenomiano dovrebbe architettare forbiti atti di Bulling nei confronti di un Coelurosauro del Maastrichtiano?
Scherzi a parte vale la pena di leggere (o cercare) uno degli articoli apparsi questo pomeriggio sulla rete, tutti etichettanti il nuovo taxon come bullo, solo per ammirare la meravigliosa restaurazione in vivo di Julio Lacerda.

Buona ricerca e buona serata -cari lettori-.

lunedì 18 novembre 2013

Motivazioni intrinseche ed omoplasie in Dinosauria

Ogni essere vivente è il prodotto del proprio genotipo e delle interazioni con l'ambiente che lo circonda.
Modificazioni all'interno dei singoli molteplici fattori che formano la "macrosfera"ambientale possono determinare l'affermazione o l'estinzione di una o più specie oppure favorirne modificazioni  (=mutazioni) nell'una o nell'altra direzione.
Ciò è indubbio, e sarebbe ottuso affermare che durante milioni di anni di vita sul pianeta con un apogeo che portò i dinosauri a colonizzare tutti i continenti essi non si siano adattati al meglio per sopravvivere nei diversi ambienti.
Tuttavia voler standardizzare questa regoletta classificando ogni fenomeno biologico come un mero adattamento ambientale è riduttivo, e pericoloso in chiave paleontologica.
Esistono fenomeni infatti che non sembrano essere strettamente legati a fattori esterni, quanto invece a caratteristiche intrinseche.
Il blasonato gigantismo sviluppatosi in (quasi) tutti i sottocladi di Dinosauria ne è un esempio lampante:
esso è permeante in continenti diversi a diverse latitudi ed è perdurato per oltre cento milioni di anni.
Non è plausibile quindi pensare che il gigantismo fosse esclusivgamente incentivato da un particolare microclima o che fosse legato a doppio filo con un particolare ambiente, ma è più probabile vederlo come una peculiarità intrinseca al clade dinosauria, evolutosi più e più volte in modo indipendente all'interno dello stesso.
inoltre questo discorso non può trascendere dalle omoplasie onnipresenti riscontrabili all' interno del cale o dei suoi sottoinsiemi.
Non è plausibile pensare ad una copertura tegumentaria dotata o priva di piumaggio solo in relazioni ai fattori ambientali o fasce climatiche più o meno rigide inquadrandola in maniera più varia insieme ad altre caratteristiche più strettamente morfologiche...

martedì 12 novembre 2013

The finest Apatosaurus snout on the planet !

Proviene da Denver e potrebbe gettare nuova luce sulle relazioni interne al genere Apatosaurus.
Si tratta di "Kevin", un nuovo esemplare riferito al genere Apatosaurus ed alla specie A.ajax, dotato di mascella e premascella ben conservate, recentemente presentato dal paleontologo M.Mossbrucker e dal suo team che hanno lavorato sui resti fossili per due anni.

giovedì 7 novembre 2013

Lythtronax argestes: Nuovo Tyrannosauridae dello Utah

Loewen et al. (2013) pubblicano un nuovo Tyrannosaurinae (sensu Sereno 2005) proveniente dal Campaniano nordamericano, più precisamente dallo Utah, Lythronax argestes (etimologia: violento re del vento argeste).
L'olotipo UMNH 20200 proviene dalla Wahweap Formation (Utah meridionale) si compone di mascella destra, entrambi i nasali, frontale destro,jugale sinistro,osso quadrato,laterosfenoide destro, dentale,spleniale, surangolare e prearticolare sinistri, una costola dorsale, uno chevron caudale, pube, tibia, fibula e metatarsali II e IV sinistri.
Il taxon è diagnosticato dalle seguenti sinapomorfie:
1)Margine laterale del mascellare sigmoidale
2)Rapporto tra larghezza trasversale della porzione anteriore del nasale e quella mediale superiore a 2,5.
3)Superfici di contatto prefrontali e postorbitali del frontale separati solo da un solco stretto ma profondo.
4)Presenza di flange suboculari distinte sullo jugale.
Inoltre Lythronax presenta unacombinazioni di caratteristiche uniche che lo differenziano da ogni altro Tyrannosauridae.

mercoledì 6 novembre 2013

A New Look for Deinocheirus mirificus

Mi ricollego in toto al post precedente, correlandolo con una fantastica illustrazione.
Colgo l'occasione per ringraziare Hyrotrioskjan on DA per avermi permesso di utilizzare la sua opera naturalistica, originale ed aggiornata.

Sotto-Due esemplari di Deinocheirus mirificus si godono il caldo sole della Mongolia cretacica, mentre alla loro ombra razzolano alcuni esemplari di Shuvuuia deserti.


martedì 5 novembre 2013

New Evidence for Deinocheirus mirificus

Due nuovi esemplari dell'enigmatico Teropode mongolo Deinocheirus mirificus sono stati ufficialmente presentati al meeting SVP 2013 in un abstract da Lee et al. (2013).
Dopo decenni di speculazioni basate sulla coppia di arti anteriori (enormi) che formano l'olotipo del Taxon, oggi abbiamo abbastanza elementi da permetterci di ricostruire l'animale in modo verosimile, ed esso si presenta in modo sensibilmente diverso da quanto ipotizzato.
I nuovi reperti (appartenenti ad un esemplare maturo ed un subadulto) comprendono gran parte dello scheletro postcraniale (il cranio purtoppo risulta assente) ad esclusione di alcune vertebre dorsali, gran parte delle vertebre caudali distali ed entrambe i piedi e sono stati assegnati a Deinocheirus sulla base della mirabile morfologia degli arti anteriori.
Deinocheirus risulta (come precedente ipotizzato) un ornithomimosauro basale, tuttavia presenta caratteristiche morfologiche uniche, probabilmente fortemente legate al suo gigantismo.
Nonostante esso appaia relativamente snello,con lunghe costole dritte, infatti possiede bacino ed arti posteriori pesantemente costruiti ed un femore molto robusto, più lungo del tibiotarso e spine neurali appaiono alte, soprattutto al livello del bacino, al di sopra del quale doveva ergersi un sorta di gobba.
La presenza di gastroliti associati agli esemplari supporta fortemente una dieta a base di vegetali per il Taxon.

Sotto l'abstract completo di Lee et al. (2013).
NEW SPECIMENS OF DEINOCHEIRUS MIRIFICUS FROM THE LATE CRETACEOUS OF MONGOLIA

LEE, Yuong-Nam, Korea Institute of Geoscience and Mineral Resources, Daejeon, Korea, Republic of (South); BARSBOLD, Rinchen, Paleontological Center, Ulaanbaatar, Mongolia; CURRIE, Philip, University of Alberta, Edmonton, AB, Canada; KOBAYASHI, Yoshitsugu, Hokkaido University Museum, Sapporo, Japan; LEE, Hang- Jae, Korea Institute of Geoscience and Mineral Resources, Daejeon, Korea, Republic of (South)

The holotype of Deinocheirus mirificus was collected by the Polish-Mongolian Palaeontological Expedition at Altan Uul III in 1965. Because the holotype was known mainly on the basis of giant forelimbs with scapulocoracoids, Deinocheirus has remained one of the most mysterious dinosaurs. Two new specimens of Deinocheirus were discovered in the Nemegt Formation of Altan Uul IV in 2006 and Bugin Tsav in 2009 by members of the Korea-Mongolia International Dinosaur Expedition (KID). Except for the skull, middle dorsal and most of the distal caudal vertebrae, the right forelimb, left manus, and both pedes, the remaining parts of the skeleton (Mongolian Paleontological Center [MPC]-D 100/127) including a left forelimb clearly identifiable as Deinocheirus were collected. The humerus (993 mm in length) is longer than the 938 mm humerus of the holotype. The Altan Uul IV specimen (MPC-D 100/128) is a subadult Deinocheirus (approximately 72% of MPC-D 100/127), which consists of post-cervical vertebrae, ilia, ischia, and hind limbs. Both specimens provide important paleontological evidence for exact postcranial reconstruction of Deinocheirus mirificus. Cladistic analysis indicates that Deinocheirus is a basal member of Ornithomimosauria, but many new unique skeletal features appear to be quite different from other ornithomimosaurs. These include extreme pneumaticity of tall, anterodorsally oriented distal dorsal neural spines (7~8 times taller than centrum height) with basal webbing, fused sacral neural spines forming a midline plate of bone that extends dorsally up to 170% of the height of the ilium, ventrally keeled sacral centra, a well-developed iliotibialis flange, a posterodorsally projecting posterior iliac blade with a concave dorsal margin, a steeply raised anterior dorsal margin of the ilium, an anteriorly inclined brevis shelf, vertically well-separated iliac blades above the sacrum, an completely enclosed pubic obturator foramen, triangular pubic boot in distal view, vertical ridges on anterior and posterior edges of medial surface of the femoral head, and a robust femur that is longer than tibiotarsus. These features suggest that Deinocheirus (unlike other ornithomimosaurs) was not a fastrunning animal, but a bulky animal with a heavily built pelvis and hind limbs. However, the dorsal ribs are tall and relatively straight, suggesting that the animal was narrowbodied. A large number of gastroliths (>1100 ranging from 8 to 87 mm) were collected from the abdominal region of MPC-D 100/127, suggesting Deinocheirus was an herbivore.

lunedì 4 novembre 2013

Referenze Iconografiche per gli Arti Anteriori dei Teropodi

La prima ricostruzione scheletrica compatibile con l'ipotesi che vorrebbe gli arti anteriori dei teropodi nascosti, in posizione neutra, sotto il piumaggio.*
Si noti come la pronazione non sia a livello del polso (che diviene sempre meno probabile allontanandosi da Avialae) ma come sia solo l'angolo di inclinazione a livello della spalla a mutare rispetto alle ricostruzioni "classiche".

*Naturalmente in quei taxa in cui vi sia enorme sproporzione tra le dimensioni totali del corpo e quelle degli arti.

Ringrazio Oghaki on DA cui vanno tutti i crediti della ricostruzione.