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mercoledì 10 luglio 2013

Il pasto di Allosaurus

Recentemente ho avuto modo di parlare di "Big Al", MOR 693, sottolineando come esso appaia più affine alla specie A.jimmadseni che alla specie tipo Allosaurus fragilis, tuttavia quest'anno l'esemplare è stato utilizzato per costruire un modello anatomico dinamico della testa e del collo dell'animale che ha suggerito un modello ecologico interessante, seppur non inatteso.
Snively et al. al (2013) infatti presentano il modello dell'apparato di alimentazione del grande carnivoro, con inserzioni muscolari e forza stimata degli stessi, ricostruite sulla base di numerosi studi precedenti (da Snively e Russel 2007 a Tsuihiji2010) che permettono di simulare i movimenti della testa e del collo di Allosaurus sp.
Per consentire il miglior grado di approssimazione il modello è stato realizzato tramite tomografia computerizzata e modellato simmetricamente in modo da correggere le deformazioni tafonomiche del fossile, ed è stato corredato oltre che dei muscoli anche delle parti molli.
In particolare è stato modellato uno spazio per le vie aeree e la ragione olfattiva, mentre per la modellazione dei tessuti molli e dei corrispettivi ossei dell'orecchio gli autori si sono basati sulle ricerche di Witmen e Ridgely (2008) e Dufeau (2011).
Particolare importanza è stata data alla modellazione della trachea, generata sulla base dell'equazione di Hinds e Calder (1971), relativa alla media del diametro tracheale negli uccelli, e stimata (provvisoriamente) intorno ai 4,0 cm.
Per quanto riguarda la densità dei tessuti gli autori hanno utilizzato 1060 kg/m³ per il collo a causa della notevole muscolatura dello stesso, la densità ossea e le plausibili sacche aeree sette a pneumatizzarlo, e 1050 kg/m³ per la testa, considerata l'alternanza nel cranio di tessuti densi e spugnosi.
I risultati mostrano come Allosaurus esercitasse una forza maggiore lungo l'asse dorso-ventrale rispetto a quello medio laterale (in maniera opposta rispetto ai Tyrannosauridi) e come il muscolo lingissimus capiti contribuisse per circa un quarto del lavoro alla flessione, la cui massima accelerazione avveniva quando la testa era profondamente flessa rispetto al collo.
Sul piano ecologico tali informazioni suggeriscono che Allosaurus sfoggiasse dinamiche nutrizionali rapaci, bloccando le carcasse delle prede con gli arti posteriori e strappandone la carne ed i muscoli attraverso poderose flessioni della testa.

Sotto-Il team di ricercatori immortalati con il cast del cranio e delle vertebre cervicali di MOR 693 ed il modello in questione.

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