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lunedì 25 marzo 2013

Attacco frontale!

In questi giorni ricchi di rumors riguardanti il probabile seguito seguito della saga cinematografica Jurassic Park, voglio spezzare una lancia a favore dei celeberrimi "raptor" delle serie, che a dispetto dei loro numerosi errori morfologici, tegumentari e tassonomici (Ah la tassonomia di G. Paul...) di cui si discute ovunque, possedevano una caratteristica interessante, ingiustamente caduta in disuso nella paleoarte di oggi, ossia l'abilità nel tendere agguati.
In una delle scene madri della prima pellicola infatti il ranger del parco preistorico (di cui non ricordo il nome) viene sorpreso e ucciso dall' imboscata di uno dei "Velociraptor", perfettamente mimetizzato (o dovrei dire mimetizzata perché gli animali del parco sono tutte femmine?) tra la vegetazione ( in pratica muore come descritto da Alan Grant, che gliela tira nei primi dieci minuti di film).
Tornando seri:
Tale modello comportamentale è molto diffuso negli animali viventi, in quanto la capacità di avvicinarsi alle prede senza essere visto fornisce al predatore un vantaggio notevole che spesso fa la differenza tra una caccia andata a buon fine ed una fallimentare.
Anche tralasciando il fatto che l'agguato è uno dei punti cardine della caccia di molti uccelli predatori attuali, che piombano dall'alto sulle proprie vittime ignare, una tecnica di caccia basata sull'imboscata è perfettamente compatibile con la morfologia dei Dromaeosauridi, vantaggiosa per gli animali sia se considerati cacciatori solitari sia se interpretati come cacciatori sociali.
Questi animali infatti non presentano adattamenti cursori particolari, e di conseguenza è  probabile  ipotizzare che il loro stile di caccia fosse improntato verso un silenzioso avvicinamento alla preda, seguito da uno scatto repentino e dall'attacco finalizzato all'immobilizzazione della preda nel caso in cui la stessa fosse di dimensioni medio-piccole, o all'abbattimento di prede di grandi dimensioni mediante gli adattamenti brontofagi di uno o più individui, comprendenti l'artiglio falciforme posto sul secondo dito delle zampe posteriori in grado di provocare ferite letali (sia a causa del trauma che del conseguente sanguinamento) ma anche un'elevata forza del morso quantificata da
Gignac et al. (2010) come superiore ai 300 kg per Deinonychus.
Tuttavia, per qualche motivo, la maggioranza dei Dromaeosauridi derivati oggi rappresentati durante l'atto della caccia preferiscono lanciarsi in spietati inseguimenti, od attaccare frontalmente prede molto più grosse di loro... Non credo che ciò avrebbe giovato alla loro salute.

Sotto- Coppia di Deinonychus banchetta con i resti di un Tenontosaurus, non so se i predatori abbiano reso un agguato alla preda, ma la naturalità con cui la scena è stata rappresentata è meravigliosa.

1 commento:

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