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martedì 5 febbraio 2013

Stele di rosetta

Una delle fondamenta delle scienze naturali che studiano gli organismi viventi è la cladistica (o sistematica filogenetica), ossia  un metodo di classificazione dei viventi che si basa sul grado di parentela tra animali o piante sulla base dell'ultimo progenitore comune.
In paleontologia la cladistica ha una doppia funzione, in quanto permette sia di ricostruire gli alberi genealogici delle varie famiglie animali (nel nostro caso dei dinosauri) sia di poter inferire le caratteristiche dei Taxa meno noti partendo da quelli più strettamente imparentati con essi ma meglio conosciuti.
Il bel musino che vedete nella foto (sotto) è la ricostruzione del cranio di Malawisaurus dixeyi, uno dei più antichi titanosauri noti, vissuto nel Cretaceo inferiore 115-110 milioni di anni fa, risultato secondo le analisi cladistiche condotte da   Calvo, Porfiri, González-Riga, e Kellner (2007) il sister-taxa di Lognkosauria, il gruppo di titanosauridi che comprende gli animali terrestri più pesanti che abbiano mai calcato il suolo.
I resti degli enormi animali appartenenti a questo gruppo (attribuibili a sauropodi della lunghezza di almeno 30 m per 70/100 tonnellate di peso) provengono da diverse formazioni del sud America suggerendo che i Lognkosauri dominarono le terre del Gondwana durante tutto il periodo Cretaceo.
Sulla base dei fossili rinvenuti attribuiti a Lognkosauri sappiamo che essi possedevano un collo straordinariamente forte, le vertebre cervicali infatti possedevano spine neurali alte e robuste, così come gli archi neurali, mentre le vertebre cervicali erano molto grandi e spesse. Anche le vertebre dorsali sono molto larghe, e presentano processi laterali simili ad ali, che ne aumentano ulteriormente l'ampiezza.
Questi dati ci dicono che i Lognkosauri presentavano una gabbia toracica molto ambia ed un collo lunghissimo tenuto in posizione verticale in maniera simile ai loro antenati brachiosauridi, tuttavia lasciano aperti numerosi interrogativi, ed è proprio qui che entra in scena la nostra stele di rosetta africana, Malawisaurus.
Sulla base di quanto conosciamo di questo "piccolo" titanosauro (non raggiunge i 20 metri di lunghezza) infatti possiamo inferire la morfologia dei giganti del sud con un ottimo grado di approssimazione.
Malawisaurus possiede un cranio particolare, simile a quello dei Macronari basali (ossia affine a Camarasaurus sp) ed è plausibile pensare che anche gli appartenenti a Lognkosauria avessero una morfologia cranica simile caratterizzata da ridotta lunghezza ed altezza considerevole.
Esattamente l'opposto si può dire della coda, in quanto essa non presente affatto similitudini con quella dei Macronari ma si presenta lunga, composta da almeno una sessantina di vertebre e terminante in una sorta di frusta.
Dai fossili attribuiti a Malawisaurus emerge un altra caratteristica interessante, ossia la presenza di osteodermi probabilmente atti a difendere il dorso dell'animale o quantomeno ad indurirne la superficie epidermica.
Essendo stati rinvenuti osteodermi analoghi anche in un titanosauride altamente derivato, Saltasaurus loricatus, è probabile che tali processi difensivi permeassero l'intero clade, e fossero presenti anche in Lognkosauria.
-Per una restaurazione in vita degna di questi animali vi rimando alle opere di Nima Sassari noto come "The paleoking" su Deviant Art.

PS-A scanso di equivoci: Argentinosaurus nonostante la mole non rientra in Lognkosauria ma in Andesauridae, un sottogruppo di titanosauri più primitivi.

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